Sono passati cinque anni da quel 24 agosto 2016, una data che nessuno di noi potrà mai dimenticare: il giorno in cui un terremoto di magnitudo 6.0 ha sconvolto il territorio di Amatrice.

Vi invitiamo a scoprire quelle terre in punta di scarponi “con delicata attenzione, per non disturbare”, come scrive Battiato in una sua canzone, lungo il Cammino nelle Terre Mutate, 250km da Fabriano a L’Aquila. “Ci vuole umiltà ed empatia per attraversare le Terre mutate”, scrive l’autore della guida Enrico Sgarella che sarà presente al Francigena Fidenza Festival in un incontro domenica 19 per presentare il cammino insieme a Paolo Piacentini, Presidente nazionale di Federtrek.

È necessario porsi in ascolto, non solo dentro di noi, per sentire le emozioni che la vista di queste terre martoriate vi faranno provare, ma anche in ascolto delle storie di chi è rimasto e prova a rialzarsi in piedi. Perché solo così sarà possibile comprenderne la complessità, quel misto di perdita e speranza, dolore e forza, che fanno da comun denominatore a questi territori.

Scoprite la tappa numero 10 del Cammino nelle Terre Mutate da Accumoli (Sae) ad Amatrice.

Qui tutte le informazioni per mettervi in cammino:

La decima tappa, più impegnativa dal punto di vista emotivo che fisico, parte da Accumoli e attraversa la valle del fiume Tronto per giungere ad Amatrice, il cui centro è stato quasi completamente raso al suolo dai terremoti del 2016 e 2017.
Lungo il tragitto incontrerete diversi paesi o ciò che ne rimane, ma soprattutto avrete modo di vedere da vicino alcuni nuclei Sae e di rendervi conto ancor meglio della precarietà in cui vivono le persone che ci abitano. Ma il cammino di oggi ci porta a scoprire anche lo splendido profilo dei monti della Laga, con cima Lepri e monte Gorzano, e il santuario di Santa Maria della Filetta, luogo molto caro agli abitanti di Amatrice.

LUNGHEZZA: 18 km
DISLIVELLO: SALITA 619 m DISCESA 564 m
DIFFICOLTÀ: impegnativa
FONDO: 50% STERRATO, 50% ASFALTO

DA VEDERE:

La Quercia di Sant’Angelo
Situata di fronte alla chiesa della Madonna di Galloro, alta più 21 metri, con una circonferenza di 6,8 metri di diametro, si stima che questo magnifico esemplare di Quercus cerris abbia oltre 600 anni. Un unicum nel suo genere, tale da entrare nell’elenco degli alberi monumentali d’Italia del Corpo Forestale.

Santa Maria della Filetta
Dedicato alla patrona di Amatrice e circondato da un querceto, il santuario sorge sul luogo in cui nel 1472 la pastorella Chiarina Valente, colta da un temporale, ritrovò un cammeo con una figura femminile circondata di luce. Era il giorno dell’Ascensione e la chiesa, fatta erigere subito, è conosciuta anche come la Madonna dell’Ascensione.
All’interno, ancora inagibile, è conservato un bel ciclo di affreschi del ‘400 che descrive il miracolo. Una curiosità: il cammeo, custodito da tempo in città, è stato ritrovato tra le macerie della chiesa di Sant’Agostino, a pochi giorni dal sisma.

Amatrice
Una città crocevia, declinata al plurale: Amatrice lo è da sempre con le sue 69 frazioni, sparse sull’altopiano, in una lingua di terra laziale al confine tra Umbria, Marche e Abruzzo (di cui fece parte fino al 1927). Il primo insediamento risale all’epoca preromana, e si dice che qui passò anche Annibale nella sua discesa verso Roma. Ma ad affascinare è soprattutto l’origine del nome “Matrice”, comparso per la prima volta in un documento del 940, e riferito all’architettura delle sue ville, dalla forma “materna”. Nonostante abbia visto il dominio nei secoli di Longobardi, Aragonesi, Orsini, Medici e Borboni, ha sempre rivendicato un’autonomia culturale e artistica fin dal Trecento di cui purtroppo rimane ben poca traccia, solo la TORRE CIVICA che, dopo la rimozione delle macerie, domina una spianata bianca.

Tra i progetti di “resistenza” post terremoto, la CASA DELLE DONNE (www.casadelledonnediamatriceefrazioni.it), nata per tramandare i saperi locali, come la filatura, la ceramica, l’apicoltura e l’erboristeria. A fine 2018, grazie alle donazioni di tanti generosi sostenitori, sono iniziati i lavori per la realizzazione della loro sede nell’area Sae di Torrita Amatrice.

Da visitare poi il PARCO DON GIOVANNI MINOZZI. Nato come un parco giochi, oggi ospita opere d’arte contemporanea ispirate al sisma.

La guida “Il Cammino nelle Terre Mutate” contiene tutte le informazioni utili per mettersi in cammino: le cartine dettagliate, le altimetrie, i dislivelli, la descrizione del percorso, le possibili varianti, le ospitalità e i luoghi da visitare. E per ogni tappa una testimonianza inedita.

Fotografia: camminatori ad Amatrice, di Cristina Menghini, tratta dalla guida “Il Cammino nelle Terre Mutate” di Terre di mezzo Editore.