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Incontro

“Perdersi e ritrovarsi, il cammino come educazione sentimentale” con Luigi Nacci poeta; introduce Francesco Carrassi già Direttore de La Nazione e Vicedirettore de “Il Resto del Carlino” Un’occasione imperdibile quella di incontrare Luigi Nacci, triestino. Insegnante, giornalista, guida ambientale, ma soprattutto scrittore, ha scoperto sulla strada per Santiago, così come lungo la Via Francigena, che il pane si divide, le porte non si chiudono, le cose di cui si ha bisogno sono poche e ogni gesto è gratuito: è la scoperta di un altro modo di stare al mondo. Come scrive lo stesso Luigi Nacci nel suo Viandanza. Il cammino come educazione sentimentale, pubblicato da Laterza, «quando si è stati pellegrini, viandanti, forestieri, clandestini o nomadi una volta, lo si è per sempre. Non possiamo tornare alle nostre vite ordinarie e sprangarci in casa. Possiamo farlo per un po’, ma poi, se continuassimo, impazziremmo. Perché se tenessimo le porte chiuse, rinnegheremmo la polvere e il fango in cui abbiamo sognato ad occhi aperti. E non c’è niente di peggio che tradire un sogno».

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